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Immunità, immunità...

Aggiornamento: 2 feb 2022



La Cultura dell'Immunità attraversa molti temi sperimentando la propria insufficienza.



I reiterati attacchi informatici di cui abbiamo notizia, non solo mettono in luce un ennesimo aspetto della fragilità del nostro Sistema Paese, ma ci inquietano nel profondo perché sembrano presentarci i contorni di una possibile, prossima, crisi mondiale.


Oggi la tecnica, l’intelligenza artificiale e il web, condizionano la nostra vita quotidiana in tutti gli aspetti: da quelli più “lievi”, come la prenotazione di una pizza, a quelli più importanti; a titolo esemplificativo, le nuove tecnologie presiedono alla vita delle fabbriche dove lavoriamo, alla erogazione dei trattamenti pensionistici di cui molti di noi godono e, attraverso la tele-regolazione di dispositivi situati nei corpi di un crescente numero di persone, anche il mantenimento in vita.


Ognuno è, pertanto, in grado di intuire i danni potenziali di un attacco informatico alla propria banca, al proprio Ente Previdenziale o a un Ospedale…


Una crisi, quella di un sistema informatico, che, apparentemente, non ha nulla a che vedere con quella provocata della pandemia o con l’ultima crisi finanziaria, innescata dal crollo della lontana e sconosciuta Lehman Brothers.


Di natura completamente diversa ci appaiono, poi, le crisi periodicamente originate dalle ondate di immigrati che giungono nelle nostre contrade (attirati anche dalle immagini di benessere che l’opulento Occidente diffonde nel globo): crisi, queste, amplificate dal nostro egoismo e dalla nostra incapacità di gestione.


Se, tuttavia, ci dotiamo di uno sguardo “costellativo” (rubo il termine da Adorno), capace di salvaguardare le diversità ma, al contempo, di cogliere anche le relazioni tra una situazione e l’altra, ci accorgiamo che tutte le crisi ricordate hanno in comune un ”irrompere” improvviso nella vita di tutti da parte di “agenti perturbanti” (oggettivamente tali o, come tali, vissuti).


Un “irrompere” reso possibile e accelerato da interconnessioni sempre più spinte e diffuse: interconnessioni tra sistemi informatici, tra uomini che lavorano, che viaggiano, che sono raggiunti dagli stessi media …


Sfidata da queste crisi, l’umanità ha reagito e reagisce con la costruzione di sempre più dispendiosi “sistemi immunitari” che rimettano le cose a posto e facciano tornare “tutto come prima”: un vaccino potentissimo, un anti virus informatico infallibile, un super computer in grado di bloccare sul nascere le manovre finanziarie super speculative, un dispositivo di vigilanza delle coste impenetrabile.

Si auspica, insomma, la realizzazione di Sistemi Immunitari che, da soli, facciano tornare indietro le lancette dell’orologio, senza che i nostri comportamenti cambino in nulla: un gigantesco “heri dicebamus”: la realizzazione di una costruzione difensiva impenetrabile che assicurerebbe tutti vantaggi dell’interconnessione globale, senza alcuna controindicazione, senza alcun mutamento nelle abitudini di vita.


Non ringrazieremo mai abbastanza gli scopritori dei vaccini nel caso dell’epidemia di COVID e siamo pronti a rendere omaggio a quelli che metteranno a punto potenti antivirus informatici ma, allo stesso tempo, non possiamo non farci prendere dal dubbio che il modello immunitario possa, da solo, proteggerci senza che si debbano rivedere i propri comportamenti e la cultura che li sottende.


La prospettiva di un’umanità che costruisca fortezze con le mura sempre più alte e spesse è decipiente, sia perché le fortezze possono essere costruite solo contro minacce conosciute, sia perché si possono ergere avendo a disposizione un minimo di tempo (… e che cosa ci impedisce di pensare a un nuovo virus, dieci, cento volte, più veloce e letale di quello del COVID?).


Non va poi trascurato che una minaccia, che siamo abituati a considerare partitamente, potrebbe presentarsi assieme ad altre (additive e/o convergenti): un esempio, tra i tanti possibili, potrebbe essere quello di una crisi finanziaria provocata da un virus informatico, una minaccia multiforme che renderebbe ancora più impervia l’impresa di costruire mura sufficienti a contenerla.


L’approntamento di sistemi immunitari ciclopici e onnipresenti comporterebbe, peraltro, costi insostenibili e riflessi particolarmente pregnanti sulla libertà di ciascuno.


Il perseguimento dell’immunità dalle malattie, dai virus, dalle crisi finanziarie di oltre oceano, per non parlare dell’immunità che vorremmo raggiungere dagli immigrati che sconvolgono le nostre abitudini, risulta, da sola, non sufficiente e adeguata al raggiungimento della sospirata sicurezza.

Abituati a risolvere i nostri problemi con un tutorial, con un blog, con una chat o, ancora, con una app, ci risulta difficile accettare l’idea che non esista una sicurezza a buon mercato sul piano delle abitudini individuali e che emerga la necessità di percorrere, in parallelo alla ricerca dell’immunità, la via faticosa dei cambiamenti che dovranno riguardare radicate abitudini di vita.


Atteggiamenti di maggiore accoglienza e di gestione del fenomeno per le ricorrenti crisi immigratorie; interiorizzazione permanente di misure igieniche sanitarie per il contrasto alla pandemia; maggiore formazione e consapevolezza per prevenire i rischi dell’interconnessione informatica; crescente prudenza nella gestione dei nostri risparmi.


Questi sono solo alcuni esempi delle sfide che ci attendono.


Nell’affrontare le crisi immigratorie, prima o poi, dovremo anche abituarci a considerare i nuovi arrivati almeno come controparti di un patto reciprocamente vantaggioso.


La ridefinizione condivisa di un concetto di Libertà che si sposi maggiormente con quello di Responsabilità ci sarà d’aiuto nel cammino di cambiamento che ci attende.


Per quanto prodigiosi siano i progressi della scienza medica o ingegneristica, per quanto siano forti i dispositivi di blocco, i rischi di una interconnessione sempre più stretta e immediata fra gli uomini resteranno presenti: questa consapevolezza ci deve impegnare in uno sforzo che renda i vantaggi dei crescenti collegamenti superiori agli inevitabili inconvenienti.

L’Immunità e la cultura di cui è partecipe, da sole, non ci basteranno.


D’altra parte, se posso permettermi una battuta, l’immunità, da sola, non è bastata neppure nel mito di Achille in cui l’eroe, per la necessità di dover esser trattenuto dalla madre per il tallone, ne sperimentò, per primo, l’insufficienza.



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